Cambiamenti climatici: in Italia nasce il CCSC (climate Change Study Centre) che si occuperà degli effetti sulle infrastrutture
GIA’ PRONTO IL COMITATO PROMOTORE CON L’OBIETTIVO DI COINVOLGERE GLI ATENEI UNIVERSITARI E CREARE UN ARCHIVIO DOCUMENTALE INTERNAZIONALE.
RAVENNA – Parte dall’Emilia-Romagna la costituzione del CCSC – Climate Change Study Centre, il primo centro studi nazionale per la valutazione degli effetti del cambiamento climatico sulle infrastrutture legate al sistema intermodale dei trasporti e sulla loro manutenzione.
Il progetto è quello di coinvolgere i principali esperti italiani del settore, al fine di analizzare le continue e profonde alterazioni del clima, le loro conseguenze sulle vie di comunicazione, causa di minacce ambientali, sociali ed economiche.
Promosso da Greenway Group, la holding guidata dalla famiglia Molinari che controlla Ecogest SpA, il centro studi metterà a disposizione dell’intera comunità scientifica l’esperienza pluridecennale dei componenti avviando non solo l’analisi della situazione, frutto di anni di osservazione sul territorio, ma anche ricercando le migliori soluzioni da attuare con urgenza, affinché gli effetti disastrosi già in atto non diventino sistematici.
L’obiettivo è quello di affrontare comunemente l’emergenza congiunturale con la capacità di innovare, comprendere l’evoluzione della natura e sviluppare metodologie moderne e rivoluzionarie. Per farlo, il centro studi si avvarrà anche della collaborazione sinergica di alcuni atenei universitari, con i quali sono in corso avviate interlocuzioni, programmando l’attivazione di master di formazione postuniversitaria per coinvolgere forze giovani e rinnovate competenze nella ricerca di nuove soluzioni all’interno di futuri scenari.
Sono già in atto alcuni pesanti sconvolgimenti legati al climate change, come l’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai e il riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra.
Gli ultimi dati disponibili evidenziano come le precipitazioni diminuiscono in Europa meridionale e aumentano a nord/nord-ovest, con ripercussioni sugli ecosistemi naturali, sulla salute umana e sulle risorse idriche. Settori economici come la silvicoltura, l’agricoltura, il turismo e l’edilizia, ma anche lo stato di conservazione delle infrastrutture, saranno quelli che più ne risentiranno.
Il focus del Climate Change Study Centre sarà dedicato proprio al tema delle infrastrutture, sempre più danneggiate dai cambiamenti climatici che toccano da vicino anche il nostro Paese, da sempre ostaggio del dissesto idrogeologico che crea frane e purtroppo anche pesanti morti. A questi aspetti si aggiungono scelte umane errate nella pianificazione territoriale, che hanno portato intere aree urbanizzate e principali collegamenti viari ad essere esposti a crolli, alluvioni e grossi rischi di stabilità.
Il comitato promotore del centro studi sarà presieduto da Valerio Molinari, tra i massimi esperti nazionali di manutenzione del verde stradale e autostradale, fondatore di Ecogest e della holding Greenway Group, promotrice del progetto di ricerca. In qualità di vicepresidente ci sarà la dott.ssa Emanuela Stocchi, Direttore Affari Internazionali in AISCAT, l’associazione che raggruppa le concessionarie autostradali italiane, e presidente del comitato permanente COPER II sulla sicurezza stradale e la sostenibilità dell’ASECAP (Associazione europea delle concessionarie autostradali a pedaggio), mentre a curare l’organizzazione e la comunicazione dell’organismo sarà Pietro Torchi Lucifora, direttore generale di Ecogest. All’interno del comitato promotore anche il responsabile delle attività estere e progetti europei di AISCAT Servizi, ing. Federico Di Gennaro, il prof. Antonio Barone, ordinario di diritto amministrativo ed esperto di legislazione ambientale, il dr. Ferruccio Spinelli, agronomo pugliese ed esperto di verde infrastrutturale, il geologo romano Andrea Rondinara, da anni impegnato in studi ambientali sulle infrastrutture di trasporto, e gli architetti siciliani Mark Cannata, con significative esperienze accademiche in Nuova Zelanda) e Antonio Stornello, creatori del progetto “Kassandra”, il primo software in grado di interpretare parametricamente l’evoluzione di un territorio e renderne graficamente la modifica e i percorsi che ad essa conducono.
La prima bozza di lavoro è già stata elaborata a seguito della partecipazione dei membri del comitato promotore a importanti appuntamenti internazionali del settore dei trasporti; in particolare il comitato è stato presente e relatore, in Grecia, in Portogallo, in Marocco, e per ultimo negli Usa, partecipando al Transportation Research Board (TRB) Annual Meeting, che riunisce i principali attori del trasporto stradale al mondo.
“I vari sconvolgimenti climatici di questi ultimi decenni, già di per sé rilevanti e forieri di notevole impatto sulle attività economiche di molti stati – sottolinea Molinari – assumono una rilevanza sconosciuta fino a qualche anno addietro rispetto all’impatto che producono, e produrranno, sullo stato di salute delle infrastrutture di collegamento e sul sistema intermodale dei trasporti. Il centro studi rappresenterà dunque una sintesi tra le innovazioni, frutto dei vari percorsi di approfondimento e l’indispensabile apporto di professionalità ed esperienze che lavorano sul campo ormai da anni, affinché si possano superare tutte le logiche finora attuate nella tutela delle infrastrutture e nelle attività di manutenzione, cercando di arginare le devastanti conseguenze del cambiamento climatico su cui si è finora intervenuti troppo spesso con mezzi ordinari”.
“Sono lieta e onorata di poter offrire la mia esperienza internazionale nel campo dei trasporti al nascente Climate Change Study Centre – ha affermato Emanuela Stocchi – Il tema del cambiamento climatico e delle conseguenti iniziative di prevenzione e resilienza portate avanti dagli operatori stradali per scongiurare effetti devastanti sulla mobilità e sul territorio, è stato, e tuttora è, molto presente nel dibattito tra le varie realtà infrastrutturali che si incontrano e si confrontano in seno alle associazioni internazionali con cui collaboro da anni, quali l’ASECAP e l’IBTTA (International Bridge, Tunnel and Turnpike Association). In tale ottica, spero vivamente che il Climate Change Study Centre possa sviluppare sinergie e collaborazioni con i partners europei e mondiali, e così contribuire a diffondere conoscenze e buone pratiche a livello internazionale, nonché rispondere agli obiettivi delineati anche recentemente dalle Istituzioni dell’Unione europea nell’ambito della Strategia UE per una mobilità sostenibile, intelligente e resiliente”.
Il Climate Change Study Centre forniràinformazioni utili sul tema “resilienza” e gestione della manutenzione del verde in ambito stradale; promuoverà lo scambio di buone pratiche tra soggetti esperti della materia e utilizzatori finali; proporrà iniziative progettuali volte all’implementazione di attività di ricerca e sviluppo sulle tematiche di interesse collettivo in questi ambiti, finanzierà corsi di studio e specializzazione per giovani laureati che potranno aiutare la ricerca per limitare l’effetto dell’impatto legato al cambiamento climatico. I contributi provenienti dai master postuniversitari e da progetti triennali di approfondimento alimenteranno il profilo scientifico del centro studi, dando sostanza a quello che mira a diventare un archivio documentale di rilevanza nazionale e internazionale.
22 dicembre 2020
ufficio stampa
Michele Barbagallo per MediaLive